Come funzionano le lenti correttive?
Molto spesso si sente dire che i nostri occhi funzionano un po' come l'ottica di una macchina fotografica o di una telecamera.
Vedere con gli occhi? In realtà vediamo con il cervello
Prima di addentrarci a cercare di comprendere il funzionamento delle lenti applicate di fronte agli occhi per correggere difetti della vista, dobbiamo fare un passo indietro.
In che modo vediamo? La vista, l'immagine, è la risultante di un processo complesso che il nostro organismo mette in funzione in una modalità che, a prima vista, a noi appare automatica. In realtà dietro il processo visivo ci sono fori, lenti, membrane e muscoli che vengono intenzionalmente attivati per produrre un impulso nervoso che, giunto nella nostra testa, crea l'immagine, definisce la visione.
Se chiedete ad un oftalmologo in che modo noi vediamo, la prima risposta che vi darà è che noi vediamo ciò che il nostro sistema nervoso centrale riesce a vedere. In particolar modo possiamo dire che vediamo con il cervello perché è il cervello che interpreta ogni cosa. L'occhio è in un certo senso uno strumento, un organo che agisce proprio come una macchina fotografica. L'occhio riceve un segnale, un impulso luminoso in entrata, che la retina, localizzata nella parte posteriore dell'occhio, invia come segnale al cervello. Il cervello sintetizza questo segnale e lo interpreta costruendo l'immagine.
Nelle persone che non hanno problemi alla vista, la luce in entrata attraverso la pupilla – che si dilata per mezzo dei muscoli dell'iride, si focalizza, colpendo direttamente la retina. Nelle persone che hanno problemi al sistema oculare, la luce invece si focalizza poco prima o poco dopo la retina. Ciò avviene perché nella maggior parte dei casi la forma dei bulbi oculari non è perfetta, gli occhi possono essere più lunghi o più corti, oppure la superficie frontale può essere ovale.
Lenti correttive concave e convesse per miopia o ipermetropia
Quando l'occhio nella forma risulta troppo allungato, la luce non coglie direttamente la retina, ma si concentra in un punto nel mezzo all'occhio. É il caso della miopia, di chi vede bene da vicino, ma non vede gli oggetti alla media e alla lunga distanza, uno dei difetti visivi più diffusi. La luce in entrata si va a focalizzare dentro all'occhio e l'impulso trasportato al cervello dà luogo ad un'immagine sfocata e poco nitida.
Per le persone che invece hanno un occhio troppo corto avviene l'opposto, l'ipermetropia, i soggetti non possono vedere bene da vicino. La luce, entrando, si va a posizionare dietro alla retina, dietro all'occhio, provocando un'aberrazione visiva.
Ecco perché è sufficiente utilizzare un'ottica, una lente, un semplice ma ingegnoso pezzo di vetro in grado di “piegare” la luce, spostando l'immagine sulla superficie della retina per averla messa a fuoco. Lo stesso processo avviene per le lenti a contatto, con l'unica differenza che queste sono poste direttamente sulla cornea.
Nel caso della miopia, le lenti che andranno a comporre gli occhiali sono concave – i vetri sono più sottili al centro e più spessi andando verso i bordi. Nel caso dell'ipermetropia e della presbiopia le lenti sono invece convesse – la curvatura si assottiglia andando verso il bordo. Esistono infine lenti asferiche, in grado di correggere alcuni particolari difetti dell'aberrazione sferica, che risultano più sottili, leggere ed esteticamente accattivanti.
In che modo i nostri occhi mettono a fuoco?
Il nostro occhio si compone essenzialmente di due parti, quella ottica, in grado di catturare la luce e la proto-immagine, e quella sensitiva, che ricevendo il segnale luminoso, lo elabora e lo processa per trasportarlo al cervello. A livello ottico abbiamo due lenti, la cornea, in grado di deviare la luce verso la retina, e il cristallino, una membrana flessibile e trasparente in grado di correggere la messa a fuoco modificando la propria curvatura. In questo modo occhi sani riescono a mettere a fuoco in modo nitido oggetti posti a distanze diverse.
Il cuore dell'apparato sensitivo dell'occhio è la retina, un insieme di cellule nervose e fotosensibili concentrate in una pellicola dalla superficie curva, che trasformano la luce in un impulso elettrico immediatamente spedito alla corteccia cerebrale per mezzo dei nervi ottici. Al centro della retina sta la macula, la parte più ricettiva nei confronti degli stimoli di luce.
Affinché il processo di visione si svolga nel modo corretto, la luce in entrata attraverso il foro della pupilla si deve andare a concentrare sulla superficie della retina. Come abbiamo visto, a livello anteriore, la pupilla è dotata di una copertura trasparente, la cornea, che funziona come l'obiettivo fotografico dei nostri occhi. Più spesso al centro e più sottile ai lati, ha la funzione di indirizzare la luce che il cristallino, adattandosi, andrà a focalizzare precisamente sulla retina, dando luogo ad un'immagine ben definita.